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 Analisi delle 3 consoles di terza generazione

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Paolo88
El_blaze94
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Meglio PS3, Wii o Xbox 360?
PS3
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Xbox 360
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Wii
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Voti totali : 7
 

AutoreMessaggio
El_blaze94
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El_blaze94


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MessaggioTitolo: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 1:01 am

In questo topic faremo un'analisi dettagliata delle consoles di cui più si è parlato negli ultimi mesi...
PS3
Analisi delle 3 consoles di terza generazione Ps3_2

Pro's
Grafica magistrale
Blu-ray alta definizione
Doppiaggi magistrali

Contro's
Prezzo eccessivo
I giochi non la sfruttano appieno
Retrocompatibilità giochi PS2/PSone molto limitata
Non Modificabile o, se modificabile, giusto a scopo di homebrews
Troppo ingombrante

Xbox 360
Analisi delle 3 consoles di terza generazione Xbox360

Pro's
Grande grafica (una puntina in meno di PS3)
Prezzo contenuto
Più versioni disponibili
Windows Live messenger
Modificabile
Emulatore Xbox integrato nelle versioni dotate di HDD

Contro's
Se non modificata, non supporta i giochi Xbox in DVD (ma è sempre possibile estrarne l'ISO)
Troppo ingombrante (anche se meno di PS3)

Nintendo Wii
Analisi delle 3 consoles di terza generazione Wii

Pro's
Buona grafica
Prezzo molto contenuto
Giochi esclusivi (come la serie Mario, Pokemon, Zelda, ecc.)
Modificabile
Sistema di controllo rivoluzionario (ma si può optare anche per un pad classico)
Controller esterni (racchette, volanti, pistole ecc.)
Piccolo e poco ingombrante
Retro-compatibilità ASSOLUTA con i giochi Gamecube

Contro's
Grafica troppo limitata per la next-gen
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Paolo88
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Paolo88


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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 1:03 am

a me piace la ps3 solo per principio.
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Andrea93
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Andrea93


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MessaggioTitolo: WII   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 1:03 am

WOW BEL TOPIC IO VOTO WII Cool santa drunken lol!
PERKè COSTA POKO, I PIACCIONO I CONTROLLER E è + FIKA!!!!!!
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Larluigi95

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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 1:25 am

be sono tre cose diverse
X box una bellissima console nex generation, potente e con una bellissima grafica, comprata da pochi per il prezzo, tuttavia i giochi lascano un po desiderare nn sono quei giochi belli giapponesi o altri, tuttavia è un buon aquisto
Wii: una console rivoluzionaria, grafica carina come la ps2, i giochi sono anche belli tuttavia corri il rischio di stancarti a muovere le braccia e il corpo, ma il divertimento è assicurato.
PS3:grafica bellissima, e potentissima il prezzo e soddisfabile, anche i giochi sono grandiosi basta pensare a FINAL FANTASY XIII.
Io voto Ps3 come ho detto prima final fantasy XIII.................. ma nn solo anch eper la grafica e la bellezza estetica.
Non voto Wii per solo una cosa forse quel giocare alzati e muovere le braccia in una stanza condivisa nn va propio bene,
X box: è bella ma non so se abituarmi al suo sistema di gioco e poi X box a me nn piace tanto.
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El_blaze94
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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 2:20 am

Avevo scordato di mettere le schede delle 3 consolles:

PS3
Dimensioni: 27.4 cm di larghezza x 9.8 cm di altezza x 32.5 cm di lunghezza
Peso: 5 kg
Modelli: Modello grande da HDD da 60 GB (prezzo 499 €)
Modello economico da HDD da 40 GB (prezzo 399 €)
Giochi di punta: Oblivion, Assassin's Creed, The Darkness, Resistance: Fall of man, PES 2008, Il Padrino (Don's Edition)

Xbox 360
Dimensioni: 30.9 cm di larghezza x 8.3 di altezza x 25.8 cm di lunghezza
Peso: 3.5 kg
Modelli: Modello arcade senza HDD ma con Memoria da 256 MB (279 €)
Modello value bundle con HDD da 20 GB (349 €)
Modello pro con HDD da 20 GB (349 €)
Modello Elite con HDD da 120 GB (449 €)
Giochi di punta: Oblivion, Assassin's creed, PES 2008, Halo 3, The Darkness

Wii
Dimensioni: larga ciurca quanto 3 custodie di DVD
Peso: unknown
Modelli: Wii Sports Pack (249 €)
Giochi di punta: DBZ Budokai Tenkaichi 2, Super Mario Galaxy, FIFA 08, Super Mario Strikers Charged Football, Wii Sports, Smackdown vs. RAW 2008, Il Padrino, Driver parallel lines
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Evil Crusader

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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 2:12 pm

Allora, io voto Wii, un pò perchè retro gamer (e quindi poco incline a farmi influenzare dalle sirene della grafica hi tech e della potenza di calcolo) e un pò perchè ammiro l'innovatività del sistema di controllo del Wii. Ad ogni modo, da bravo fan di giochi di ruolo ho grandi aspettative (future) nella PS3....
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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 9:22 pm

Ora passiamo di fronte alle recensioni dei giochi di punta (i migliori di ogni console):

PS3: Oblivion Analisi delle 3 consoles di terza generazione Oblivion-ps3
(recensione presa interamente da Gamesurf.it)
LA FUGA FALLITA DI URIEL
Il palazzo imperiale è sotto attacco: l'imperatore Uriel Septium VII deve fuggire tramite un passaggio segreto attraverso le prigioni, impotente di fronte alla morte di tutti i suoi figli. Nella fuga, un prigioniero si accoda al corteo delle guardie del corpo, con l'unica dote di essere stato erroneamente imprigionato proprio nella cella dov'era nascosta la via di fuga segreta. Durante la fuga, l'imperatore affida al prigioniero il suo medaglione, e con esso il compito di ritrovare il suo figlio illegittimo, unico erede al trono sopravvissuto: in una visione ha infatti visto la propria morte, che avverrà poco dopo ad opera di un assassino, chiaramente come il volto del misterioso prigioniero destinato a salvare l'impero. Inutile dire che questo prigioniero siamo noi...
LE PERGAMENE ANTICHE: E SIAMO A QUATTRO
Dopo Arena, Daggerfall e Morrowind la fortunata e mai abbastanza celebrata serie di The Elder Scrolls presenta il suo quarto capolavoro intitolato Oblivion, termine che nel mondo di Tamriel indica il mondo demoniaco dei Daedra: in questo episodio, infatti, i temuti demoni apriranno dei cancelli e invaderanno in forze un impero privo del suo regale protettore. Così come i predecessori ci hanno abituato, Oblivion è un RPG estremamente incentrato sulla libertà personale del giocatore: la trama principale è solo l'argomento portante che dà all'ambientazione una linea da seguire se si vuole raggiungere la “fine” del gioco, ma sin dalla fuga dalle prigioni potrete infatti gestire la vostra vita, o meglio la vita del vostro alter-ego, come meglio preferite. Il gioco offrirà infatti una molteplicità impressionante di sotto-quest, alcune proposte da organismi ben evidenti come gilde o associazioni, altre proposte dalle persone più comuni come pescatori o contadini, altre ancora reperibili autonomamente raccogliendo anche solo un'erba rara. Infine, potrete sempre decidere di vagare ed esplorare in totale libertà, facendo di volta in volta quello che vi viene in mente di fare.
CONTROLLO E CRESCITA
L'adattamento dei comandi per il Sixaxis è stato eseguito piuttosto efficacemente, e si basa sugli stick analogici per muovere il personaggio e per ruotare l'inquadratura, coadiuvati da tutta la serie di tasti per compiere le varie azioni, delle quali quelle tipiche da combattimento (attacco, parata, uso incantesimo) sono associate di default ai tasti laterali, così da lasciare i pollici disponibili per il movimento. Di base, potrete variare le tecniche di attacco (fendente, affondo, ecc) agendo sull'analogico in simbiosi al tasto di attacco, ma incrementando l'abilità nell'uso delle armi potrete eseguire volta per volta colpi più interessanti. La croce direzionale è utilizzata come “tasti di scelta rapida”: dal menù potrete associare a ciascuna delle otto direzioni un'arma, un incantesimo o un oggetto da attivare rapidamente alla relativa pressione.

Il menù è molto ricco, in quanto deve gestire non solo l'equipaggiamento e la scheda del personaggio, con tutte le caratteristiche e le abilità ad esse legate, ma anche il diario delle missioni e le relative mappe. Una cosa molto utile è la possibilità di selezionare, tra le molte che vi verranno proposte, una specifica missione: questa verrà messa “in evidenza” e l'obiettivo da raggiungere sarà indicato tanto nella mappa quanto nella bussola, dandoci pertanto una direzione precisa (a meno di ostacoli da aggirare) verso cui dirigerci. La progressione del personaggio si basa fondamentalmente sull'uso stesso delle abilità: più combattete con una spada in pugno, ad esempio, e più aumenterà l'abilità “Lame”, fermo restando che le abilità a livello più basso necessiteranno di un numero esiguo di utilizzi, mentre quelle più elevate richiederanno molta pratica prima di incrementarsi ulteriormente.

Il vostro personaggio avrà sette abilità “primarie”, scelte all'inizio del gioco (potrete scegliere una set-classe di default o personalizzare) presumibilmente secondo lo stile che intenderete adottare: se scegliete di essere un guerriero da prima fila avrete probabilmente abilità legate alle armi ed alle armature, mentre un mago prediligerà la conoscenza delle varie scuole di magia, ed ancora un ladro o una spia si impunterà su acrobazia, furtività e scasso. Quando le vostre abilità principali saranno state accresciute di un sufficiente numero di punti, potrete incrementare il livello generale del personaggio, riposandovi in un letto e aumentando così tre delle caratteristiche di base, ossia forza, velocità, intelligenza e così via.
“Fin qui niente di nuovo”, diranno i cultori di The Elder Scrolls. In effetti il sistema è già noto, ma naturalmente dai tempi di Arena le variazioni si sono viste eccome. Le abilità sono infatti state accorpate, in modo da snellirne la gestione ed evitare imbarazzanti doppioni (ad esempio, “Lame Lunghe” e “Lame Corte” sono state accorpate in “Lame”, così come è sparita la categoria “Armature Medie” scomposta tra leggere e pesanti). Inoltre sono stati aggiunti dei minigiochi, in modo da variare di tanto in tanto l'azione di gioco: stiamo parlando del sistema di persuasione, basato sulla scelta dell'argomento trattato in base ad un indicatore di gradimento, e della tecnica dello scasso, che ci permette di cercare di forzare una serratura senza affidarci al valore percentuale dell'abilità.
TECNICAMENTE PARLANDO
La versione PS3 di Oblivion probabilmente si presenta come la più tecnicamente valida in circolazione, forte sicuramente del discreto lasso di tempo che è intercorso dall'uscita X360-PC. Sin dalle prima fasi di gioco ci si rende tra l'altro conto di non essere al cospetto di una semplice conversione ma che gli sviluppatori di Bethesda hanno sfruttato seriamente le capacità di PS3. Senza azzardare paragoni ed attenendoci all'oggettività, diremo pertanto che siamo al cospetto di un motore grafico decisamente grosso, flessibile e valido, capace di gestire in tempo reale ambienti estremamente vasti, anche in presenza di effetti speciali o molteplici modelli in movimento. Per quanto riguarda la cura nella realizzazione di questi ultimi, se anche le immagini non dovessero essere sufficienti, non possiamo che lodare il gran quantitativo di poligoni e il dettaglio delle textures, nonché l'ottimo connubio tra armature/vestiti e modelli dei personaggi. Inoltre, l'editor dei volti dei personaggi è da solo indice della profondità di lavoro svolto. Gli ambienti, come già detto, sono molto vasti, e a meno di non passare attraverso porte o cancelli, circostanza che implica il caricamento globale della nuova sezione, in tutti gli altri casi il gioco carica man mano che si prosegue, causando pause di massimo una frazione di secondo. Dulcis in fundo, il motore fisico gestisce in tempo reale una gran quantità di elementi: per fare un esempio pratico, una freccia scagliata contro un secchio appeso ne modificherà il baricentro e con esso l'inclinazione.

Tutto bello e tutto perfetto? Bello si, assolutamente si, ma perfetto proprio non diremmo: in un lavoro grosso come questo è praticamente impossibile non incappare in qualche problema, ed anche se la casistica è di molto inferiore ai trascorsi Bethesda (Daggerfall ebbe qualcosa come nove patch ufficiali) persistono situazioni spiacevoli. Se, per esempio, usate il comando “attendi” in una zona dove circola molta gente, al ritorno in gioco probabilmente vedrete un sacco di personaggi che si affrettano ad uscire dalla stanza: sono i personaggi che vi sono passati durante il periodo di tempo in cui avete atteso e che il gioco ha faticato a gestire nel breve tempo fittizio. Un paio di volte, inoltre, ci siamo trovati al cospetto di fastidiosi bloccaggi dell'intero sistema: son cose che possono capitare, naturalmente, ma sarebbe certo meglio se non capitassero mai...

Il sonoro è di ottimo livello: le musiche sono piacevoli e tutte studiate per svolgere principalmente un ruolo di atmosfera, e gli effetti sonori spaziano dal clangore delle armi che cozzano (differente a seconda delle armi e del materiale), ai rumori d'ambiente come uccellini o gorgoglio dell'acqua, fino ai differenti rumori prodotti dagli stivali su diversi terreni, quest'ultimo fattore da tenere estremamente presente se si gioca un personaggio “furtivo”. I doppiaggi sono disponibili solo in Americano, ma sono ottimamente realizzati, specie considerando la mole di dialoghi che coprono; unica nota stonata: capita talvolta che personaggi con voci altrimenti differenti dicano frasi identiche con lo stesso doppiaggio (ma è un peccato sicuramente veniale). Il gioco è interamente tradotto in Italiano, il ché per la Bethesda costituisce una novità assoluta ed anche piuttosto gradita, sebbene la traduzione non sia invero delle migliori (ci sentiamo tradurre “Hi there!” con “Ciao là!”... ma siamo seri, su...).
GIOCABILITA' E LONGEVITA'
Oblivion, come tutta la serie TES dopotutto, è decisamente un titolo per stomaci forti: se siete alla ricerca di un gioco semplice e leggero, dove possiate prendere confidenza con il personaggio in pochi minuti e la trama sia solo una “scusa” per concatenare missioni e massacri di poveri nemici indifesi, questo non è il caso. Oblivion è un gioco da prendere di petto, e non per nulla il tutorial è piuttosto lunghetto; parimenti, è vivamente consigliato salvare prima di terminarlo e conservare il salvataggio, in quanto quello specifico cancello rappresenta l'ultimo punto in cui sarà possibile modificare razza e classe del nostro personaggio (leggasi, se vi doveste accorgere di non avere un personaggio completamente in linea con i vostri gusti, iniziando da lì potrete cambiarlo senza dover ripetere tutto il tutorial da capo). Per i più costanti, volenterosi ed avventurosi, il mondo di TES si presenterà ancora una volta ricco di personaggi da incontrare, città da visitare, rovine da esplorare, tesori da conquistare, nemici da sconfiggere, ricompense da riscuotere, trame da dissipare, e così via. Occhio, però, a non voler fare troppe cose contemporaneamente: in un mondo così vasto, la dispersività è in agguato.

L'avventura è giocoforza decisamente lunga: per quanto sia teoricamente possibile gettarsi a capofitto nella trama principale, solo un giocatore estremamente esperto potrebbe sperare di cavarsela senza prima dedicare il giusto tempo all'upgrade del personaggio, anche perché l'azione si fa in breve tempo frenetica e piuttosto difficilotta, decisamente più velocemente rispetto agli standard TES. Và da sé che dovrete dedicare un congruo periodo allo svolgimento di missioni secondarie e sotto-trame, magari iscrivendovi a una o più gilde, alcune delle quali molto elusive (come quella dei ladri o la cosiddetta “fratellanza oscura”). Inoltre, come accennato, non è da escludersi che spesse volte ricarichiate parti di gioco che non avete superato brillantemente anche solo per “ritentare”, tutte azioni che esigono la loro fetta di tempo. La longevità è dunque garantita, chiudendo il circolo dei parametri e incoronando Oblivion probabilmente come nuovo punto di riferimento per tutti i futuri RPG “all'americana”: il degno successore di Morrowind ha sicuramente eguagliato, se non forse superato, il maestro.
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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 9:24 pm

Xbox 360: Oblivion (scusate se il gioco è lo stesso ma è il pù bello sia per l'una che per l'altra console) Analisi delle 3 consoles di terza generazione Xbox360_oblivion
(recensione presa interamente da xboxway.com)

Nozioni di storia
Impossibile parlare di Oblivion senza citare i capostipiti della saga. Il primo vero successo della (allora) appena nataBethesda Softworks (software house che prende il nome dalla omonima città del Maryland) fu senza ombra di dubbio The Elder Scrolls: Arena. Uscito nel lontano 1992, l'obiettivo di questo primo capitolo della saga era quello di riuscire a portare sullo schermo le esperienze tipiche degli RPG cartacei. Il risultato fu certamente di ottimo livello e l'obiettivo fu quasi raggiunto. Il problema principale di Arena, tuttavia, era quello della quasi totale assenza di una quest o di una trama principale: questa totale mancanza alla lunga finiva per annoiare il giocatore.
Il secondo capitolo della saga, Daggerfall, cercò di colmare i punti deboli del primo capitolo, iniziarono a comparire degli abbozzi di trama ed un filo conduttore nelle varie quest che si affrontavano durante il gioco. Alcune trovate interessanti, come il generatore casuale di dungeon, riuscirono a far diventare questo gioco un vero e proprio cult tra i videogiocatori.
Proprio come Oblivion rappresenta essenzialmente un evoluzione diMorrowind, cosi Daggerfall iniziò anche esso a porre le basi di quello che sarebbe stato Morrowindqualche anno più tardi.
Uscito nel non troppo lontano 2002, The Elder Scrolls III: Morrowind rappresentò una vera e propria rivoluzione per il genere RPG, mai si era vista in un RPG una così ampia libertà di esplorazione. Per la prima volta in un episodio della saga "The Elder Scrolls" vi era inoltre la presenza di una trama principale e di un filo conduttore tra le varie quest, che contribuiva a rendere il tutto più interessante. Ovviamente, pur nella sua immensa magnificenza, neanche Morrowind era esente dai difetti e la pecca principale del gioco rimaneva la scarsa intelligenza degli NPC.
Questa lunga introduzione per spiegare essenzialmente cosa è e cosa rappresenta questo quarto capitolo della mai troppo lodata serie targata Bethesda Softworks. Oblivion è, essenzialmente, una naturale evoluzione della saga, che punta ad ampliare ed a rifinire ciò che è stato Morrowind. Grafica alle stelle, ambienti ancora più vasti, grande giocabilità, musiche epiche e finalmente NPC che sembrano davvero persone reali che vivono una propria vita.

Le emozioni che riesce a trasmettere un videogioco
Ogni forma d'arte ci trasmette delle emozioni. Ricordo ancora le sensazioni che provai quando vidi per la prima volta il film Blade Runner, o quando giocai per la prima volta un certo capolavoro di nome Shenmue.
C'è chi dice che il compito di un redattore in fase di recensione dovrebbe essere sempre quello di parlare con un linguaggio tecnico e soffermarsi sempre sugli aspetti estetici ed oggettivi di ciò che si appresta a descrivere. Io non sono d'accordo, ritengo che sia impossibile spiegarvi cosa sia Oblivion senza cadere nel soggettivo, senza spiegare ciò che ho provato io stesso la prima volta che ho messo piede nel mondo di Oblivion, la prima volta che ho varcato i cancelli di Cyrrodiil. Emozione, sgomento, incredulità, felicità e senso di spaesatezza, questo è ciò che ci regala Oblivion nei soli primi dieci minuti di gioco.
Dopo un filmato introduttivo in stile prettamente fantasy, verremo già catapultati nell'azione, prigionieri in una cella riprodotta talmente bene e con una fisica (il gioco utilizza il celebre motore fisico Havoc 2.0) talmente realistica che ci sembrerà quasi di sentire il gelido metallo delle catene della nostra prigione.
Dopo aver passato i primi minuti di gioco a guardarci intorno e ad ascoltare il nostro compagno di cella che, nella sua immaginazione, già ci condanna a morte sicura, verremo inspiegabilmente liberati dal Re in persona. Ma cosa ci fa il Re nei freddi cunicoli di questa prigione sotterranea? Perchè parla con tono preoccupato? Da chi (o da cosa) sta cercando di scappare e soprattutto perchè ci ha liberato?
Queste domande sono le domande alla base di quella che sarà la quest principale di Oblivion, e queste domande si porrà il giocatore mentre percorrerà il freddo cunicolo della prigione in cerca di libertà, in cerca di quel fascio di luce che presto ci troveremo davanti, un fascio di luce talmente accecante da non accorgerci che nasconde dietro di se la vastità della foresta, la vastità delle terre di Tamriel.
Dopo esser rimasti accecati da quel primo fascio di luce, tutto inzierà a cambiare nella testa del videogiocatore, le domande precedenti lasceranno spazio all'incredulità, allo sgomento, mai nella storia del videogame ci eravamo trovati dinanzi ad un paesaggio cosi vasto, mai nella storia del videogame avremmo immaginato di urlare ad alta voce "mio Dio, ora cosa faccio, ora dove vado, dove devo andare?". Probabilmente, se il protagonista avesse una mente propria o la possibilità di parlare, invocherebbe Dio chiedendogli cosa fare, e ancora, se quell'insieme di pixel avesse avuto almeno una volta la fortuna di varcare i cancelli che separano la realtà dalla finzione, il videogame dalla vita reale, probabilmente inizierebbe a chiedersi se quello sia davvero il suo habitat naturale, se quello sia davvero un videogame o se forse, come per magia, si fosse ritrovato nel mondo reale. Eh si, rimane cosi, senza parole, e mentre il giocatore applaude, il personaggio rimane immobile.

Evoluzione naturale
Come già detto, Oblivion porta all'estremo tutto ciò che è stato Morrowind. Rispetto al capitolo precedente troveremo ambienti ancora più vasti, un grande utilizzo della fisica, una maggiore intelligenza degli NPC ed ovviamente un motore grafico al passo con i tempi, senza ombra di dubbio il motore grafico migliore che si sia mai visto nella storia dei GDR (ed uno dei migliori di sempre).
Ma, visto che sul comparto grafico torneremo dopo, vorrei soffermarmi proprio sull'intelligenza degli NPC. Al contrario di Morrowind, dove spesso gli NPC ripetevano sempre le stesse frasi e compivano, nella maggior parte dei casi, le medesime azioni, in Oblivion, invece, questi sembrano vivere una vita propria. Raramente ci sembrerà che un NPC faccia sempre le stesse azioni e spesso incroceremo addirittura dei personaggi che parlano delle nostre gesta e delle missioni che abbiamo portato a termine qualche ora prima. In base al nostro comportamento, ovviamente, cambierà il loro modo di percepirci: se ci comporteremo male e saccheggeremo interi villaggi i cittadini inizieranno ad avere paura di noi, scapperanno, e non vorranno farci mettere piede nelle loro case. Al contrario, se intrapenderemo la strada dei perfetti paladini al servizio della luce ci elogeranno, racconteranno le nostre gesta e spesso ci fermeranno per strada per chiederci favori. Insomma, evoluzione naturale del concetto di "personaggi che vivono una vita indipendente", che Morrowind aveva solamente introdotto a metà.
Rispetto a Morrowind è stato notevolmente migliorato anche il sistema di creazione del personaggio (ovvero, la prima schermata che ci troveremo davanti una volta premuto il pulsante "start"). La prima cosa che l'editor ci chiederà, sarà ovviamente quella di scegliere la classe di appartenenza, come ad esempio Elfi, Nord, Orchi, Imperiali, khajit ecc...
Una volta scelta la classe di appartenenza ci troveremo davanti ad un altro notevolissimo passo avanti rispetto al suo predecessore, il nuovo editor facciale, che offre talmente tante opzioni e modi per modificare il volto del nostro personaggio che potremmo passare un ora solamente a provare tutte le numerosissime combinazioni. Gli aspetti modificabili, oltre alle labra, al mento, alla fronte, agli occhi, alle sopracciglia, comprendono anche colore della pelle, capelli ed età del personaggio. Una volta creato l'aspetto estetico del nostro alter ego, dovremo scegliere il suo segno e la mansione principale che intendiamo fargli intraprendere. Le restanti caratteristiche potremo sceglierle direttamente nel corso dell'avventura ed ovviamente, in base alle nostre scelte, dipenderanno anche le magie e le skills che potremo acquisire nel corso del gioco.

Sistema di controllo, combattimenti, inventario ed inquadrature scomode
Una delle principali differenze tra Oblivion e Morrowind è che quest'ultimo fu pensato solamente per un uscita su personal computer e poi, solamente in seguito, convertito anche sulla prima console di casa Microsoft. Bethesda, con Morrowind, riuscì a dimostrare che un GDR tipico del mondo dei personal computer può essere concepito benissimo tenendo in mente una piattaforma "console", e con Oblivion ce ne dà la conferma definitiva.
Oblivion fu concepito fin dall'inizio per un uscita simultanea console/PC, questa differenza, anche se apparentemente potrà sembrare quasi irrisoria, si ripercuoterà invece sul sistema di controllo.
Al contrario del suo predecessore, il nuovo capolavoro Bethesda non presenta un sistema di controllo macchinoso e difficile da padroneggiare. Giocare quest'ultimo capitolo della saga "The Elder Scrolls" su Xbox 360 è di una facilità quasi disarmante, il pad della nuova console Microsoft risulta praticamente perfetto ed il richiamo dei numerosi menu incredibilmente facile.
Insomma, un sistema di controllo che non ha nulla da invidiare a mouse e tastiera della versione per personal computer, ma che anzi, in numerosi casi, risulterà addirittura più comodo. In breve, con il pulsante "X" potremo estrarre la nostra arma, il pulsante "A" ci permetterà di interagire con lo scenario che ci circonda, "Y" ci consentirà di saltare e "B" di entrare nell'inventario. Ma la parte da leone la fanno i grilletti RT-LT ed RB-LB, che ci permettono rispettivamente di attaccare, parare, lanciare incantesimi ed afferrare gli oggetti. Grazie a questo uso a dir poco perfetto del pad della console Microsoft, ci troveremo fin da subito in confidenza con il sistema di controllo.
Vale la pena soffermarsi anche sulla visuale in terza persona (sarà possibile cambiare la visuale in qualsiasi momento del gioco grazie alla pressione dello stick destro del pad), una delle note dolenti del gioco. Questa visuale, oltre a risultare enormemente imprecisa durante le fasi di combattimento, ci mostra un personaggio con delle movenze, seppur migliori di quelle del nostro PG in Morrowind, ancora molto improbabili.
Insomma, una visuale in terza persona con l'unica nota di merito che è quella di darci la possibilità di ammirare l'armatura del nostro paladino in tutto il suo magnifico splendore, ma che poco si adatta allo stile ed all'azione del gioco.
Punto forte del gioco invece, risulta essere il sistema di combattimento, notevolmente migliorato rispetto a quello di Morrowind. Combattere, parare i colpi degli avversari e lanciare incantesimi in Oblivion è estremamente semplice quanto di impatto. Le movenze del personaggio sono molto realistiche, e pregevoli risultano essere anche gli effetti grafici che accompagnano l'esecuzione di una magia o di una particolare mossa. Da segnalare anche la grande comodità di poter assegnare ad ognuna delle direzione della "crocetta" del pad armi, oggetti ed incantesimi, in modo di poterli selezionare in maniera estremamente veloce. Di qualche miglioramento avrebbe necessitato il sistema di collisioni durante i combattimenti, che, soprattutto nelle situazioni più caotiche, risultano in parte imprecise.
A differenza della maggior parte dei GDR occidentali, che presentano inventari spesso troppo vasti e complessi per chi non è appassionato del genere, Oblivion ha un sistema di invetario estremamente semplice ed intuitivo. Quest'ultimo è suddiviso in 4 pagine, ognuna dedicata a determinate caratteristiche. Nella prima pagina troveremo tutte le statistiche del nostro personaggio principale (razza, classe, livello, potenza magica, resistenza, skill e cosi via) nella seconda potremmo invece selezionare l'equipaggiamento (che comprende armi, scudi, vestiario, oggetti trovati durante il gioco e oggetti acquisiti), la terza pagina è dedicata al sistema di gestione delle magie (poteri acquisiti ed incantesimi) e nella quarta potremo invece consultare l'enorme mappa di gioco, che oltre ad esserci di grande aiuto durante l'esplorazione, si occuperà anche di ricordarci le quest attive, la quest attuale e quelle completate.

Il comparto tecnico: grafica, sonoro e fisica
La prima cosa di Oblivion che ci è saltata all'occhio, fin dalle sue primissime presentazioni, inutile negarlo, è il comparto grafico. Anche se bisogna ammetterlo, questo ha subito un visibile "downgrade" rispetto alle primissime fotografie. Nulla di grave però, non disperate, graficamente Oblivion rimane un titolo di prim'ordine, stupefacente nella vastità delle ambientazioni, incredibilmente evocative. La prima cosa che noterete sarà l'ampiezza del campo visivo: esplorando le vaste vallate delle terre di Tamriel, potrete ammirare montagne che distano numerosi chilometri, montagne che ovviamente potrete raggiungere, a piedi o in sella al nostro fedele destriero. Le varie ambientazioni, sia interne che esterne, lasciano letteralmente a bocca aperta per i numerosi dettagli e sarà impossibile, durante il gioco, non fermarsi qualche minuto solamente per rimanere ad ammirare il paesaggio che ci circonda. Altra nota positiva del comparto tecnico è la fisicità degli oggetti, talmente realistica che ci divertiremo alcuni minuti solamente ad afferrare e rilasciare le catene all'interno della cella, all'inizio del gioco. Non è certamente un segreto che il motore fisico Havoc 2.0 consente di fare cose grandiose, ma è la prima volta che vediamo un motore fisico implementato cosi bene all'interno di un gioco di ruolo.
Discorso a parte merita il comparto sonoro, con musiche degne del miglior colossal americano. Tutte magistralmente orchestrate, contribuiscono ad esaltare la drammaticità degli eventi e la bellezza dei paesaggi che ci circondano. Pensate che alla Bethesda avevano talmente a cuore il comparto sonoro che per l'esecuzione delle canzoni hanno chiamato addirittura la banda della loro città al completo (composta all'incirca da 200 persone).
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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 9:27 pm

Ed ora Wii: Super Mario Galaxy Analisi delle 3 consoles di terza generazione Super-mario-galaxy-big
Ci sono giochi che vengono dimenticati dopo poche ore, altri che riescono a durare per una stagione, ed altri ancora che invece segnano una intera generazione di videogiocatori. Quella di Super Mario è una serie che può vantare ormai oltre un quarto di secolo sulle spalle e fa parte di diritto a quest'ultima categoria. Ogni singolo episodio ha sempre colpito nel segno, tracciando la nuova strada maestra, poi regolarmente imboccata da altri, con risultati certamente inferiori.
L'ultimo titolo appartenente al filone principale della saga, Super Mario Sunshine è stato senza dubbio uno dei migliori giochi della scorsa generazione, eppure nonostante ciò non ha mancato di divedere critica e pubblico. La sua unica colpa? Quella di non essere allo stesso livello del suo ancor più illustro predecessore, Super Mario 64, il miglior platform 3D di tutti i tempi. Con una storia alle spalle così gloriosa l'attesa per Super Mario Galaxy non poteva che essere davvero spasmodica, soprattutto per via del doppio improbo compito assegnato all'ultima fatica Nintendo; cercare di riuscire là dove aveva “fallito” Sunshine, e soprattutto traghettare con successo Super Mario nella nuova generazione di console.
La trama non è mai stata certamente il punto forte di questo genere di giochi, ed anche in questo caso il nostro obbiettivo primario sarà quello di ritrovare e salvare la principessa Peach rapita per l'ennesima volta dal solito Bowser. Ma se il risultato finale è lo stesso, gli eventi in questa nuova avventura ci porteranno in un scenario totalmente nuovo, vastissimo e ricco di insidie e pericoli: l'universo. Se prima nell'attesa di scoprire un nuovo livello o più semplicemente per giocare in libertà giravamo per le stanze del castello di Peach, o nei soleggiati tetti delle case di Delfinia, stavolta avremo a che fare con un grande osservatorio astronomico, dove non solo ci si potrà riposare o parlare con vecchie e nuove conoscenze, ma che avrà soprattutto l'importante compito di fare da anticamera il raggiungimento dei mondi che andremo via via sbloccando.
Quelli che prima chiamavamo semplicemente livelli, in questo caso prendono il nome di galassie, che non solo differiranno tra loro per forma, dimensione e tema, ma che saranno costituite esse stesse nella maggior parte dei casi da più pianeti, rocce, satelliti e quant'altro. Ogni galassia inoltre nasconde al suo interno un numero differente di superstelle, per un totale di 120, ed il loro recupero sarà appunto il nostro principale obbiettivo nel gioco.

In questo primo anno di vita del Wii ci si è interrogati a più riprese sulla effettiva validità dell'innovativo sistema di controllo anche nei titoli per così dire “classici”. Questo dubbio si è fortunatamente dissipato all'istante non appena abbiamo mosso i primi passi con Mario. Il movimento è infatti affidato al preciso stick analogico del nunchuck, mentre al tasto A del Wii mote è stato affidato il comando del salto. I sensori del “telecomando” sono comunque sfruttati, sia per recuperare le astroschegge (che saranno poi usate principalmente per essere sparate verso i nemici più piccoli ), semplicemente indicandole con il cursore sempre presente nello schermo, e sia scuotendolo per effettuare una piroetta. Una nuova mossa utile non solo per stordire alcuni avversari ma anche per distruggere ostacoli ed attivare particolare meccanismi. Il risultato finale è quindi un sistema di controllo che si dimostra fin da subito intuitivo e che permetterà di eseguire con facilità tutto il vario repertorio di Mario (dal salto triplo, a quello carpiato all'indietro) così come sempre era accaduto, ma che al contempo sfrutta in maniera intelligente anche le innovative caratteristiche del mote.
L'ambientazione spaziale, sembra regalare al gioco una dimensione totalmente nuova rispetto al passato. Il primo fattore di novità da tenere d'occhio è certamente dato dalla presenza della forza di gravità. Succederà così che nel giro di pochi secondi si dovrà passare dalla normale camminata “verticale” della vita di tutti i giorni, a correre a testa in giù su un pianetino od al muoversi in maniera perpendicolare rispetto alla parete. Tutto questo avverrà appunto in un lasso di tempo velocissimo, dovremo quindi abituarci in molti casi a saltare, o a dover sconfiggere il nemico attraverso una prospettiva del tutto nuova, che rimarrà tale però solo per i primi minuti di gioco. Dopo, anche grazie al sempre preciso lavoro della telecamera, riusciremo a muoverci in maniera agevole e naturale come fossimo sempre stati abituati a farlo. La frammentazione delle maggior parti dei livelli, pardon galassie, in tanti piccoli pianeti, regalerà al gioco un impronta decisamente più “action” rispetto al passato, con un ritmo di gioco davvero alto che in taluni casi ricorderà quello dei vecchi titoli bidimensionali. Molto spesso potremo rimanere nel singolo frammento anche per pochi secondi, il tempo di sconfiggere un nemico, o di trovare la “stella lancio” in grado di lanciarci appunto verso un altro pianeta.

In Mario Galaxy saranno tante le fasi che passeremo in “volo”, che ci permetteranno di rimirare la galassia in tutta la sua composizione. Occhio, però a non distrarsi troppo, dal momento che dovremo stare comunque sempre attenti con il telecomando per eventuali astroschegge da recuperare. Nonostante ad un primo impatto il titolo possa sembrare esclusivamente orientato verso il tema futuristico, proseguendo nel corso dell'avventura si rimane piacevolmente colpiti anche dalla presenza di mondi con temi un po' più classici, come la casa infestata, il pianeta dei balocchi o il regno di lava e ghiaccio. Ed è appunto l'ottima mescolanza tra gli elementi innovativi e quelli classici a decretare il principale successo di Super Mario Galaxy. Accanto infatti a sezioni molto veloci, dove conta il tempismo e la precisione dei salti, si affiancano altri passaggi un po' più lenti, più riflessivi, con possibilità di fruttuosa esplorazione dell'ambiente circostante. Ed è proprio dal passato che riemergono con una nuova carica di originalità le mai dimenticate trasformazioni. Raccogliendo l'apposito power up Mario potrà per esempio trasformarsi in ape, non solo in grado di aggrapparsi alle strutture di miele, ma anche di volare seppur per un tempo limitato. Affianco a questo “potenziamento” ve ne se molti altri, che preferiamo non svelare per non rovinarvi la sorpresa, ma che si adattano perfettamente alla morfologia dei livelli. Insieme al ritmo, un altro elemento chiave della giocabilità è da ricercarsi nella grandissima varietà offerta. Ogni stella è una missione da compiere, ed ogni missione ci vedrà coinvolti nelle situazioni più diverse.

Nel giro di pochi minuti, potremo passare da uno scontro con un gigantesco boss, ad una gara a cavallo di una manta. Il tutto sostenuto da un livello di difficoltà ottimamente bilanciato; le prime stelle, pur piacevoli da recuperare saranno questione di pochi minuti, proseguendo nell'avventura invece avremo a che fare con passaggi decisamente più complicati ma anche più appaganti, che richiederanno grande concentrazione e grande manualità, senza però quasi mai portare il giocatore alla frustrazione. La causa di una eventuale disfatta sarà da ricercarsi esclusivamente nel proprio errore e mai per via di un problema di inquadratura o una collisione mal calcolata dalla cpu. Dicevamo prima delle 120 stelle presenti, un numero davvero elevato, in grado di assicurare una longevità di tutto rispetto al singolo giocatore, specialmente nel caso che voglia portare al termine il titolo recuperando tutto il recuperabile, una scelta che regolarmente nel mondo dei videogiochi è sinonimo di una ricompensa finale di gran valore, e Mario Galaxy non fa eccezione. Inoltre per la prima volta nella storia della serie un secondo giocatore con un altro telecomando potrà intervenire direttamente per dare un mano al proprio compagno, recuperando e sparando anche esso astroschegge e con altre agevolazioni. Non si può parlare proprio di multiplayer, ma è sicuramente una piacevole aggiunta, soprattutto per chi in altri tempi sarebbe rimasto solamente a guardare il primo giocatore..

Graficamente il titolo è, per restare in tema con il nome del gioco, di un altro pianeta rispetto alla quasi totalità di produzioni per Wii, marcando finalmente la superiorità tecnica rispetto al Gamecube . Ambientazioni vaste e suggestive, che godono di una ottima pulizia, e di ricchezza di dettagli e che soprattutto possono vantare una serie di effetti speciali (come il fur shading, o la riproduzione del fuoco) di ottimo impatto visivo. Perfette anche le animazioni, fluide e realistiche come da tradizione. Di gran livello anche il sonoro, che può vantare nuovi brani, e il ritorno di vecchi temi remixati che faranno la gioia dei giocatori nostalgici.
Non ci sono molte parole per descrivere Super Mario Galaxy se non quella che è già inscritta nel suo nome, galattico. La nuova avventura di Mario è un titolo fantastico sotto ogni punto di vista, vario, ricchissimo, profondo, innovativo ma con numerosi richiami classici, ed anche tecnicamente all'avanguardia. Vederne i titoli di coda sarà sicuramente un colpo al cuore ad ogni giocatore; nessuno vorrà aspettare altri dieci anni per un titolo del genere.
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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeDom Dic 09, 2007 10:27 pm

voto oblivion
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Evil Crusader

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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeMar Dic 11, 2007 7:52 pm

Nonostante ami i GDR, voto l'ultima fatica di Mario... un gioco davvero superlativo.
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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitimeVen Mar 07, 2008 5:55 pm

I voti riprendono!!!
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MessaggioTitolo: Re: Analisi delle 3 consoles di terza generazione   Analisi delle 3 consoles di terza generazione Icon_minitime

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